Pollai

Un pollaio

Malgrado la fotografia di apertura, questa pagina non è un trattato di vita contadina né, tantomeno, di zootecnia avicola (nota 1).

Voglio invece qui parlare di un argomento un po' diverso: le cosiddette classi pollaio.

La normativa

Innanzitutto, da un punto di vista strettamente legale, non esistono norme che limitano in modo vincolante il numero di studenti per aula. Infatti quanto spesso citato fa riferimento a norma abrogate oppure a semplici raccomandazioni; inoltre sono previste deroghe in fase applicativa. Quindi inutile cercare...

Scelgo, arbitrariamente, come punto di partenza il decreto ministeriale del 18 dicembre 1975 che fissava, per la costruzione di nuove aule, lo spazio necessario per ciascuno studente. Due le ragioni di tale mia scelta:

Avrei ovviamente potuto scegliere come riferimento norme riguardanti la sicurezza oppure la presenza di persona con disabilità... Ancora più fumoso e soprattutto difficile argomentare in modo oggettivo, cioè con numeri e misure!

Per ciascuno studente la norma citata prevedeva poco meno di 2 m2, cioè un volume d'aria di circa 6 m3. Considerando che un adulto necessita per respirare in modo salubre di 20 o 30 m3 di aria all'ora (nota 2), significa che per il corretto ricambio d'aria è necessario, in alternativa:

Tale decreto fu a suo tempo criticato in quanto il ricambio d'aria necessario è, a parere di molti, sostanzialmente inattuabile, perlomeno in inverno. Concretamente abbiamo aule dove, provenendo dall'esterno, è forte e sgradevolissimo l'effetto stalla. Senza contare la sonnolenza causata da valori elevati di anidride carbonica.

Gli annunci li conosciamo: mai più classi pollaio!

Qualche esempio in tempi di COVID-19

Il 23 febbraio 2020 inizia in Italia l'emergenza Covid19 e la necessità di distanziamento sociale: nelle aule sarà obbligatoria la distanza di un metro tra le rime buccali degli studenti, due metri per i docenti. Auspicabile anche un maggiore attenzione al rispetto della qualità dell'aria respirata.

Cerchiamo di rappresentare situazioni reali. Niente fotografie, un po' perché non ne ho, un po' per questioni di privacy.

Il rendering seguente è come appare un'aula tipo di 6 x 8 metri, con 24 studenti, il limite superiore della normativa del 1975. A destra come potrebbe essere stato fino allo scorso anno, a sinistra come è applicabile il distanziamento sociale. Con qualche piccolo aggiustamento si può fare:

Un'aula come dovrebbe essere

Il problema è che spesso le classi sono formate da più di 24 studenti. Il rendering seguente mostra una situazione a volte presente, in cui viene "derogata la normativa". A sinistra l'ipotetica situazione fino allo scorso anno, a destra come potrebbe essere da settembre, rispettando la normativa sul distanziamento sociale. Si riesce, ma ovviamente per garantire il corretto ricambio d'aria dovrebbe essere presente almeno una finestra permanentemente aperta, un po' più grande che nel caso precedente. Sul resto: meglio sorvolare.

Un'aula con un indice di affollamento realistico

Infine le grandi pensate:

Un'ipotesi di lavoro

Ovviamente questa pagina potrebbe apparire un poco polemica: non lo escludo. Per evitare di dare questa impressione vorrei però partire da un fatto e da un'ipotesi di lavoro:

  1. [Il fatto] Nell'anno scolastico 2020/2021 due delle mie quattro classi hanno avuto 30 o più studenti. Nei miei precedenti 35 anni di insegnamento non era mai successo, neppure una volta (nota 6)
    [Aggiornamento] Nell'anno scolastico 2021/2022 tre delle mie quattro classi hanno avuto 30 o più studenti (nota 6)
  2. [L'ipotesi di lavoro] La concentrazione di CO2 nelle aule nel periodo invernale raggiunge valori inaccettabili (nota 4). Mi piacerebbe fare qualche misura e, previa autorizzazione, pubblicare qui questi dati.

Al momento, usando l'avanzata tecnologia della finestra aperta cerco di non superare le 1 000 ppm; per la misura uso un apparecchio portatile di mia proprietà.

Ovviamente nessuna istituzione sembra essere interessata ad installare (o semplicemente chiedere di installare) unità per il trattamento dell'aria (AHU).

Note

  1. Temi nei quali peraltro avrei una certa competenza: la mia famiglia, di origini contadine, ha sempre allevato polli per autoconsumo. Inoltre la mia tesi ha riguardato tecnologie per l'allevamento
  2. Norma tecnica UNI 10339/1995, in fase di revisione
  3. Difficile quantificare la portata d'aria di una finestra aperta in quanto funzione non lineare dalla sua dimensione, della differenza di temperatura tra interno ed esterno e dall'altezza della finestra. Come valore di riferimento possiamo usare, in inverno, 1 000 m3/h per una finestra di 1 m x 2 m, valore che diminuisce con l'aumentare della temperatura esterna
  4. Concentrazioni di anidride carbonica superiori a 1 000 ppm causano perdita di attenzione, sonnolenza ed anche leggeri malesseri; superiori a 2 000 ppm sono considerate tossiche. Nelle aule che frequento quasi mai ho trovato al mio arrivo valori inferiori a 1 000 ppm
  5. Personalmente sono sempre stato favorevolissimo alle finestre aperte, ma vivo in un mondo di freddolosi...
  6. Non mi spiego come tutto questo agitarsi contro le classi troppo numerose e l'obbligo di mantenere distanze interpersonali abbia prodotto un simile peggioramento della situazione. Sicuramente nessuno si assumerà mai la responsabilità di questa scelta e tutte le colpe verranno invariabilmente attribuite alla normativa vigente, a chi c'era prima oppure al destino cinico e baro


Data di creazione di questa pagina: luglio 2020
Ultima modifica: 9 giugno 2022


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