VMware vSphere Hypervisor (aka ESXi) è un hypervisor bare-metal gratuito, ma non libero, che consente di virtualizzare i server per "consolidare" le applicazioni di una data center tradizionale. In pratica permette di concentrare un numero anche molto elevato di macchine usando solo pochi dispositivi hardware.
Quanto qui descritto è frutto di qualche esperienza personale, non particolarmente approfondita, ma provata per un lungo periodo temporale in ambiente di produzione, nel caso specifico una scuola superiore ad indirizzo informatico. Devo dire che non è esattamente il mio mestiere e oggi sto pensando a soluzioni più innovative e magari aderenti alla mia visione "open" del mondo IT.
Questo materiale l'ho scritto per passare dalla versione 4 all'attuale (2016) versione 6 di vSphere. Spero chi il lettore abbia qualche esperienza, anche minima, nella configurazione di server (linux in particolare) e nell'uso di software di virtualizzazione.
Il boot da CD non ha nulla di particolare se non il fatto che vi serve una macchina adatta (ma anche non adatta), non dual-boot e di livello server:
L'esperienza che descrivo inizia oltre cinque anni fa con server Fujitsu Siemens PRIMERGY RX300 (Xeon 4 core, 6/8 GB di RAM, 3 dischi SAS da 150 GB) e arriva ad HP DL560 (Xeon 2x16 core, 128 GB di RAM, 5 dischi da 300 GB).
Quando descrivo può essere sperimentato anche utilizzando una macchina virtuale in cui installare ESXi (nested virtualization, testato solo all'interno di VMware player) a condizione di:
L'installazione è piuttosto rapida e senza sorprese.
Al termine quello che viene mostrato sul monitor è l'immagine di apertura di questa pagina (una vecchia versione di ESXi virtualizzato con VMware Player sul mio portatile): le operazioni possibili di fronte alla macchina fisica sono pochissime, poco più che spegnere e guardare se per caso l'alimentazione manca... Occorre però appuntarsi l'indirizzo, almeno IPv4, che in ambiente di produzione dovrebbe essere statico. E, se siete "paranoici" in tema di sicurezza informatica, il fingerprint (F2).
Per l'amministrazione è obbligatorio utilizzare una macchina “normale”. Per fare ciò occorre accedere via web all'IP mostrato dopo il boot sul monitor fisico del virtualizzatore. Il certificato https è auto-firmato, quindi occorre accettarlo esplicitamente.
Appena effettuato l'accesso, è opportuno inserire il codice della licenza, da richiedere gratuitamente sul sito VMware. In teoria la cosa può essere effettuata anche in un secondo momento, ma il rischio è quello di dover effettuare nuovamente l'installazione delle macchine virtuali che hanno utilizzato features non gratuite. Per inserire la licenza: Host → Manage → Licensing → Assign license
Personalmente trovo che amministrare ESXi tramite SSH sia una cosa decisamente comoda e, per molte operazioni, veloce.
Per attivare SSH: Host → Manage → Services → TMS-SSH → Start. Da osservare che l'avvio è, di default, manuale e quindi al successivo riavvio il servizio non sarà più attivo. Nel caso servisse, nella stessa finestra: Actions → Policy → Start and stop with host
Dovrebbe essere possibile anche operare con l'interfaccia del server fisico, premere F2 (è richiesta la password di root), quindi Troubleshooting Options e infine Enable SSH (modalità non testata con la versione 6.7)
L'accesso come root è, stranamente, attivo. Quindi:
vv@vv-15rse:~$ ssh 192.168.111.47 -l root
Per l'accesso con certificati, cioè senza digitare ogni volta la password, la procedura è:
Molti sono i comandi che possono essere usati. Un breve elenco:
Elenco delle macchine virtuali
[root@localhost:~] vim-cmd vmsvc/getallvms
Stato, accensione e spegnimento di una macchina virtuale:
[root@localhost:~] vim-cmd vmsvc/power.getstate 1
[root@localhost:~] vim-cmd vmsvc/power.off 1
[root@localhost:~] vim-cmd vmsvc/power.on 1
Attivazione e disattivazione del Maintenance Mode :
[root@localhost:~] esxcli system maintenanceMode set
--enable false
[root@localhost:~] esxcli system maintenanceMode
set --enable true
Preliminarmente occorre fare l'upload del file ISO dell'installazione del sistema operativo guest prescelto. Sconsiglio di usare un CD fisico perché è uno spreco masterizzare, perché nessuno dei miei computer ha più il lettore CD, perché i server sono rumorosi e quindi meglio lavorare lontani da essi...
Consiglio di creare un'apposita directory per tutte le ISO.
L'upload si può fare dall'interfaccia grafica: Configuration →
Storage → datastore → (tasto
destro) Browse Datastore
→ Upload
Decisamente più comodo e veloce fare da linea di comando:
vv@vv-15rse:~$ scp debian-8.2.0-amd64-netinst.iso
root@192.168.111.47:/vmfs/volumes/datastore/ISO
debian-8.2.0-amd64-netinst.iso 100% 247MB 61.8MB/s 00:04
Creiamo quindi la nuova macchina virtuale, da interfaccia grafica: Getting started → Create a new virtual machine
La procedura di creazione è simile a quella da applicare con VMware Payer (e quindi, se state leggendo questa pagina sapete come fare...)
Le uniche avvertenza per chi ha già virtualizzato su workstation sono le seguenti, visto che stiamo costruendo un'infrastruttura virtuale:
Per vedere il display, usare il tab Console, magari cliccando sull'apposita icona che attiva una finestra indipendente. Ovviamente dopo l'installazione è meglio usare il guest con connessione remota nativa (ssh, RDP, vnc...)
Ricordarsi al termine di installare i “vm-tools” per la macchina guest
appena installata, con procedura che dipende
dal sistema operativo. Per Debian consiglio di attivare
i backports e procedere con:
root@nested:~# aptitude install -t jessie-backports
open-vm-tools
Infine, ma dipende dal ruolo della macchina virtuale guest, potrebbe essere opportuno prevedere la sua accensione automatica, per esempio dopo uno shutdown del virtualizzatore dopo un fermo programmato per manutenzione. Per fare ciò: Configuration → Virtual Machines Startup → Properties
Come per tutti i dispositivi IT l'hypervisor richiede frequenti aggiornamenti di sicurezza. Nel caso di un virtualizzatore la cosa è particolarmente critica perché una falla potrebbe comportare la compromissione dell'intero datacenter. Con la versione 6 di ESXi non è più presente un tool di aggiornamento automatico gratuito e quindi occorre procedere manualmente.
Data di creazione di questa pagina: agosto 2016
Ultima modifica: 26 gennaio 2019
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